L’ALTO CONSUMO DI ENERGIA PONE DUBBI SULLA SOSTENIBILITÀ DI CERTO DIGITALE

Liberamente tratto da: Elena Camino, Il digitale: alleggerirne il peso? Ridurre le chiacchere? https://serenoregis.org/2025/07/23/il-digitale-alleggerirne-il-peso-ridurre-le-chiacchiere/

Varie forme di consumismo. Forse i risultati più disastrosi del consumismo sono quelli registrati nel campo della salute alimentare, qui sintetizzati. Ma a ben vedere, al consumismo va attribuito anche il grande pericolo che incombe sull’umanità intera per via del surriscaldamento globale: la terra potrebbe diventare invivibile per l’uomo nel giro di poche generazioni, secondo attendibili studiosi. In questo caso si tratta di consumismo energetico, nel senso che, bruciando i fossili, in pochi decenni abbiamo ributtato in atmosfera i gas serra che l’evoluzione ha impiegato milioni di anni per sottrarveli, così da rendere il globo idoneo alla vita umana. Infine non va dimenticato il consumismo tout court, cioè la preferenza al consumare rispetto al risparmiare o all’investire; tendenza che è andata accentuandosi con la crescita dello Stato sociale, delle assicurazioni, dell’idea keynesiana che il consumo serve per superare le crisi economiche, sviluppare l’economia ecc.

Effetto dimostrativo. Il consumismo risponde alla fondamentale caratteristica delle persone di desiderare quello che gli altri desiderano, avendo così un forte effetto dimostrativo. Nella moderna società competitiva il consumismo è spinto dalla ricerca del profitto e dalla mancata accettazione dell’esistenza di limiti: i quali invece sono sempre più evidenti con la crisi climatica e forse anche col ricorso suicidario alla guerra e alla violenza. Il problema che si pone è: il consumismo può aver infettato anche il campo nel quale spesso si ripongono speranze di risoluzione dei nostri problemi, cioè il digitale, specificamente quello dell’intelligenza artificiale (IA)?

Insostenibilità. I dati sul consumo di energia elettrica e di altri fattori (acqua, suolo, trasporti…) da parte in questo settore non sono facilmente reperibili, sia per le difficoltà tecniche, sia per la ritrosia di chi li possiede, ma diversi indizi fanno ritenere che il mondo digitale – e in particolare le più recenti applicazioni con l’IA – siano insostenibilmente energivori. In effetti l’IA, per imitare l’intelligenza umana, va a reperire un’enorme quantità di dati, con forte consumo di energia elettrica. L’esplosione dei consumi energetici, ora in atto, è in buona parte attribuibile alla diffusione dell’IA. Tuttavia, mentre è vero che certe limitate applicazioni dell’IA possono favorire la costruzione di modelli previsionali del clima, gran parte dell’energia per l’IA è dovuta a utilizzi ben diversi dalle ricerche scientifiche per frenare i cambiamenti climatici: è evidente invece il ruolo che sempre più sta assumendo l’IA nel gestire il potere militar-industriale di controllo delle menti e delle società.

Scelte consapevoli. La nostra vita quotidiana è occupata in modo sempre più rilevante da attività che ci vedono come ‘utilizzatori’ di beni. Si moltiplicano le offerte di beni di consumo già confezionati e si estende la fascia di età di chi sceglie e prende decisioni. Questi cambiamenti vengono percepiti di solito come positivi, in quanto estendono la gamma delle scelte possibili, permettendo di ridurre i tempi, talvolta pure risparmiare denaro. I consumatori tuttavia, se da un lato possono scegliere entro una gamma sempre più vasta di offerte del mercato, d’altra parte vedono ridursi le possibilità di fare scelte consapevoli accedendo alle conoscenze relative. I criteri di decisione si focalizzano spesso sul rapporto qualità/prezzo, tralasciando altri elementi che potrebbero essere importanti nell’orientare acquisti consapevoli. Le informazioni pubblicitarie sul web sono sempre più insistenti e persuasive, ma talvolta ingannevoli. E spesso inducono i consumatori a diventare complici di situazioni di sfruttamento di lavoratori o di degrado ambientale.

Verso una sobrietà digitale? “Dove non è essenziale il digitale proviamo a farne a meno”. Rivalutare le capacità di scelta, passare dal “vorrei ma non posso” al “potrei ma non voglio“ (Patrignani). Questa prospettiva si rifà a una lunga tradizione del passato, quella della semplicità volontaria, che fa appello alla dimensione della responsabilità. È stata ripresa da Autori come Gandhi, Illich, Langer, Salio. Quest’ultimo ha proposto un modello di sviluppo caratterizzato dal paradigma della semplicità volontaria, ovvero dalla scelta di uno stile di vita che consente di utilizzare tecnologie appropriate a basso impatto ambientale, scegliendo volontariamente di essere meno ricchi materialmente ma più ricchi interiormente. Estesa al campo digitale la sobrietà può contribuire in modo significativo alla costruzione di un mondo più pacifico, riducendo i contenuti tossici dei social, favorendo la diffusione di informazioni sugli eventi positivi, promuovendo la consapevolezza delle problematiche ambientali, indirettamente ricreando tempi di vita da dedicare a relazioni interpersonali dirette, conviviali e collaborative.

AUTORE

Crescita Umana

CATEGORIA

DATA

5 Settembre 2025

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