Indispensabile nella vita privata e pubblica, merita spesso di essere corso.

Liberamente tratto dalla lezione di Salvatore Natoli del corso di formazione alla politica del Circolo Dossetti di Milano del 17/02/2018

https://www.youtube.com/watch?v=8NcUNN4ymXE

Bibliografia: Salvatore Natoli, Fiducia, Il mulino, 2016

Calo di fiducia. La grande povertà di oggi è la solitudine, la mancanza di relazioni umane soddisfacenti. Si ricollega ad altre tendenze in atto nella società, quali la complessificazione, la riduzione dello spazio del gratuito, la presenza ubiquitaria della pubblicità: quest’ultima ci dà la falsa convinzione che la felicità si raggiunga con gli acquisti, il consumo, il denaro, mentre invece sono più importanti gli affetti e le relazioni empatiche, non acquistabili sul mercato. Queste sono forse alcune delle motivazioni di fondo di quel calo di fiducia verso gli altri e le istituzioni, che si manifesta, ad es. nella decrescente partecipazione alle votazioni un po’ ovunque. In generale la fiducia può essere declinata in tre dimensioni: 1) essere fiduciosi o avere fiducia, 2) concedere fiducia, 3) infondere fiducia.

1) La prima, avere fiducia, che può anche scivolare nella certezza, è la condizione necessaria dalla quale tutti siamo passati nella età infantile: la certezza di essere protetti, curati ed educati dai genitori prima e nella verità dell’insegnamento dei maestri poi. Abbiamo ricevuto qualcosa gratuitamente, senza averla chiesta: questa la fonte di una fiducia certa e senza rischi. Dubbi o insicurezze al riguardo nell’età infantile possono essere causa di danni persino irreparabili nella vita adulta. Ma anche negli adulti non possono mancare fiducia o certezze. Gli scambi commerciali sono basati su una fiducia di base che il contraente rispetterà la prestazione dovuta. Ovviamente questa non è più la fiducia dell’infante, comporta un rischio, quello di inadempienza, ma il criterio è che l’eventuale danno deve essere inferiore al vantaggio dell’operazione. In generale, essere fiduciosi vuol dire essere in relazione confidente con l’ambiente in cui si vive. Se la vita è relazione, senza avere fiducia in qualcuno o qualcosa, sostenendo il relativo rischio, potrebbe ridursi fino a morire per consunzione.

2) Concedere fiducia è il caso tipico della banca: si versa il denaro con la fiducia che verrà restituito con gli interessi, oppure la banca presta denaro ai clienti ma, se non ha sufficiente fiducia, esige garanzie reali. In entrambi i casi esiste un rischio. In generale, per la valutazione dei rischi, il criterio da seguire è quello dei costi-benefici: quanto più alti vantaggi e benefici e quanto più bassi rischi e costi, tanto più conviene concedere fiducia. Nel caso della fede, ad es. i benefici presenti e futuri sono alti, i costi leggeri per molti: ecco perché la fede è diffusa. L’ambito su cui merita soffermarsi brevemente è il campo politico. Nei piccoli borghi esistevano, e in parte ancora esistono, persone che godono della fiducia universale: un medico, un parroco, un anziano saggio… Sanno offrire soluzioni ai problemi di chi glieli sottopone. Godono così di un’autorevolezza conquistata nel tempo, senza mai deludere. Sarebbero titolati a gestire anche il potere politico. Oggi purtroppo la situazione non è così semplice. Raramente i nostri politici sono conosciuti dagli elettori, tanto meno sanno offrire soluzioni. Gestiscono l’autorità con il comando, amano l’autoritarismo, preferiscono una pubblica amministrazione meno preparata ma più manipolabile, si fanno votare grazie a pubblicità e demagogia, ma non offrono soluzioni, specie ai grandi problemi dell’umanità come il clima e le guerre. Tutto ciò, oltre a quanto accennato in apertura, riduce la fiducia nel settore pubblico, spostandola in parte verso il privato.

Elezioni. I grandi spostamenti tra i partiti che si sono verificati nelle votazioni italiane del 2022 segnalano, oltre il crollo della fidelizzazione tradizionale, che si vota non con la ragione ma col sentimento, o addirittura si fa una scommessa: proviamo questo, poi quell’altro partito o candidato. Le elezioni ridotte a un gratta e vinci, altro che fiducia nell’autorevolezza! Il triangolo cittadini, politici, burocrazia è un caso tipico in cui l’aumento della fiducia reciproca potrebbe migliorare di molto l’efficienza complessiva e contenere il diluvio di norme contorte che caratterizza il nostro paese. L’amministrazione pubblica, preposta alla continuità del potere, deve godere di una certa stabilità perché frequenti cambiamenti possono essere fonte di confusione e disservizio. Ma se per avere una visita medica bisogna aspettare mesi, la fiducia degli utenti crolla e questo è un indicatore di inefficienza. Se il sistema funzionasse se ne accorgerebbe e immetterebbe innovazione, ma spesso questa si imbatte in interessi sclerotizzati della burocrazia, che, anziché garantire continuità, svolge una funzione paralizzante. Anche nel caso della scuola molteplici sono stati i tentativi di riforma per renderla più aderente alle mutanti situazioni della società futura in cui i giovani dovranno operare. Ma i tentativi di riforma sono stati vani e la sfiducia nella scuola pubblica si è accresciuta.

3) Infondere fiducia, la terza dimensione di questa indispensabile componente della vita privata e pubblica, può essere la via migliore, a disposizione di tutti, per contrastare il calo generale della fiducia sopra rilevato. Infonderla vuol dire darla dove sembra che non si possa dare: al ragazzo che pare non riesca a scuola, all’emarginato, all’immigrato; dare senza preoccuparsi dell’affidabilità o del rischio. Si tratta di un gesto altruistico che può avere in sé la propria ricompensa. Ma prima di accordare fiducia agli altri bisogna aver fiducia in sé stessi e la misura di questa è data dalla capacità di saper superare il dolore della delusione: se sono forte posso ripartire, ho le risorse per superare il danno.

AUTORE

Crescita Umana

CATEGORIA

DATA

9 Settembre 2024

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