L’unità internazionale diventa urgente necessità per evitare l’estinzione dell’umanità

 

Inutili stragi. Erano tempi segnati da una assurda guerra globale, connessa in gran parte con regimi dittatoriali che, come quelli attuali, cercano nella guerra l’occasione per rafforzare il proprio potere. L’identità nazionale, rinvenibile soprattutto in lingua, storia, religione, rendeva “sacri e inviolabili” i confini nazionali dei paesi europei. Nonostante l’esempio degli USA, in cui la dimensione sovra nazionale aveva costituito forse il fattore principale del loro rapido progresso, in Europa regnava indiscussa una forte identità nazionale. Nell’isoletta di Ventotene, al largo del golfo di Napoli, erano stati confinati da Mussolini circa 800 antifascisti di diversa estrazione, oltre ad alcuni delinquenti comuni. In quel carcere a cielo aperto le informazioni giungevano attenuate dalla censura (non esistevano gli strumenti mediatici odierni) ma si sapeva della carneficina in atto nel mondo, simile a quella di un quarto di secolo precedente. C’erano dunque le premesse per riflettere sulle “inutili stragi”, la deprivazione di libertà e democrazia, la violenza fisica e psicologica, teorizzata e applicata in particolare dai fascismi, infine le alternative da ricercare per evitare nel futuro simili disastri.

Ampia opinabilità. Ovviamente su argomenti innovativi e prospettivi come questi l’opinabilità era grande e traspare nel testo del “manifesto di Ventotene” redatto da tre intellettuali ivi confinati: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni. Vi sono infatti nel testo pareri influenzati dalle diverse ideologie su socialismo, proprietà privata, democrazia, in parte persino discordanti; da alcuni di questi, prescindendo arbitrariamente dal contesto, ha preso spunto la presidente Meloni per svilire di fronte al parlamento questo documento, ritenuto invece tra i più importanti nella costruzione dell’Europa. Merita soffermarsi su due punti specifici attinenti alla ripartizione verticale del potere, che, se pure inattuati, rivelano oggi un’importanza e un’attualità eccezionali. Riguardano la scelta federalista e la strategia finale della unificazione degli stati del mondo.

La scelta federalista consiste nello spostamento alla federazione di una parte del potere degli stati partecipanti; specificamente nelle materie definite di competenza federale. Gli Stati Uniti e la Svizzera sono due classici esempi di federazione, anche se per quest’ultima è invalso impropriamente il termine di confederazione. Questa invece è stata la scelta della attuale Europa, una confederazione in cui gli stati conservano intatta la propria sovranità, salvo accordarsi di volta in volta tra loro su specifici provvedimenti. Spesso vige il diritto di veto e si richiede l’unanimità, cosa che rallenta e limita pesantemente l’attività dell’organismo confederale, sollevando dubbi pure sulla sua validità democratica. Dobbiamo chiederci: perché per l’Europa non si è preferita la federazione, che storicamente si è rilevata molto più efficiente della confederazione? Di solito si invoca la permanenza delle forti identità nazionali, ma è difficile negare la meschina paura di tanti piccoli governanti di vedere ridotto il proprio potere.

Strategia. Ma ciò che qualifica maggiormente il documento di Ventotene è che la scelta federalista per l’Europa doveva essere attuata in vista di estendere gradualmente questo passaggio all’intero mondo. “Un altro motivo ancora – e forse il più importante – era costituito dal fatto che l’ideale di una federazione europea, preludio di una federazione mondiale, mentre poteva apparire lontana utopia ancora qualche anno fa, si presenta oggi alla fine di questa guerra, come una meta raggiungibile e quasi a portata di mano” (prefazione di Colorni, 1944). Allora non era ancora arrivata la globalizzazione né la rivoluzione informatica e oggi l’AI, con l’abbattimento delle distanze e l’aumento esponenziale della mobilità. In compenso siamo arrivati sull’orlo del baratro climatico, che potrebbe estinguere la vita umana sulla terra, se prima non la estinguerà la guerra nucleare. Non solo attuale ma una necessità impellente sta diventando questa proposta di Ventotene. Anche se nessuno ne parla, potrebbe recepire rapidamente l’adesione specie dei giovani e dei molti che hanno perso la fiducia nella politica. Questa proposta innovativa, inserita nei programmi elettorali dei partiti, potrebbe distinguere tra chi ha veramente a cuore le sorti dell’umanità e chi invece persegue nostalgie obsolete o dannosi fini di parte. Risvegliando così il dibattito e l’interesse per la politica.

AUTORE

Crescita Umana

CATEGORIA

DATA

2 Aprile 2025

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